La Parlato Spa si è occupata del restauro di un piccolo gioiello della città di Vico Equense, la chiesa di Sant’Antonino Abate, situata nella parte più alta del casale di Arola. Si tratta di una estaurita, ovvero una chiesa voluta e amministrata dai cittadini del posto, come altre che sorsero in Penisola sorrentina nell’alto Medioevo, per questo è ancor più radicato nella comunità il sentimento di protezione e salvaguardia verso il monumento. Tuttavia il documento più antico che la identifica come parrocchia è del 1541 (Santa Visita di Mons. Sicardi). Gli interventi di risanamento conservativo, voluti dal parroco Raffaele Scarpato e diretti dall’architetto Luigi Vanacore, hanno interessato la facciata principale e il campanile. Recuperare il campanile risultava di primaria importanza perché non tutti sanno che quel manufatto architettonico ebbe in passato un’altra funzione: era infatti una torre di guardia, appartenente al più ampio sistema di controllo di epoca normanno-sveva. La chiesa, che in origine aveva dimensioni più contenute, possiede opere di grande pregio come un Crocifisso ligneo del Settecento. La navata unica con tre altari, nella prima metà del Seicento, finì per ospitarne sette in seguito a dei consistenti lavori di rifacimento, che previdero anche l’apertura di un ingresso secondario, sul lato nord, segnato da un raffinato portale in piperno scolpito. Soltanto nell’Ottocento fu affiancata da due navate laterali e completata con una larga cupola. La facciata invece assunse l’attuale aspetto negli anni trenta del Novecento, quando fu demolita la vicinora cappella di San Nicola, e venne ampliato il sagrato. Si pensò allora di sostituire l’unica grande entrata con due porte collocate in corrispondenza delle navate laterali e di dividere il prospetto in tre ordini. Durante le fasi di restauro si è proceduto a rimuovere gli intonaci distaccati o ammalorati e a mettere in sicurezza gli elementi architettonici pericolanti, in particolare i tufi dei cornicioni, per i danni causati dall’umidità. Come consuetudine della ditta, sono state applicate tecniche innovative ma non invasive, nel pieno rispetto delle teorie del restauro, che prevedono la reversibilità degli interventi, e delle indicazioni della soprintendenza competente, avvalendosi della direzione tecnica di Andrea Porzio. È stato inoltre aggiunto un sofisticato sistema di illuminazione che valorizza il monumento.